Le indulgenze ieri ed oggi: Il Concilio di Trento

 

 

Se si ricerca una definizione classica di “indulgenza” si può leggere che “l’indulgenza è la remissione della pena temporale conseguenza del peccato commesso”. Che cosa significa questa espressione?

 

Il peccato viene assolto, cioè perdonato, attraverso il Sacramento della Riconciliazione, della pena, invece, viene detto che può essere tolta tramite l’indulgenza. Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma che il peccato causa due realtà negative (1471-1473):

1.   l’allontanamento da Dio e dalla sua comunione;

2.   l’attaccamento non sano alla realtà o, per così dire, la “piega” presa vivendo una determinata situazione cattiva.

 

 

Pasquale Cati, Concilio di Trento.

 

Ottenendo il perdono mediante il gesto sacramentale si viene riconciliati con Dio (punto 1) e viene totalmente recuperato il rapporto con lui, ma rimangono in chi ha peccato delle “conseguenze” naturali di ciò che ha vissuto (punto 2). Un esempio: se mi capita spesso di parlar male delle persone e confesso questo peccato, vengo perdonato (punto 1), ma mi rimane la “tendenza”, la “piega” ad agire nello stesso modo (punto2). È ovviamente importante lavorare su questo secondo aspetto, per non ricadere nel peccato: San Paolo parlerebbe di “uomo vecchio” del quale bisogna spogliarsi per rivestirsi di quello “nuovo” (Cfr. Ef 4,24).

La pena viene detta “temporale”, quasi a sottolineare che questo cambiamento, o guarigione, richiede per sua stessa natura del tempo: accumulando peccati si accumula “pena temporale” per così dire da “scontare”. L’indulgenza aiuta in tutto ciò togliendo questa pena temporale.

L'indulgenza può essere parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati commessi. L'indulgenza si ottiene mediante la Chiesa in virtù del potere di legare e di sciogliere accordatole da Gesù Cristo (cfr. Mt 18,18)

Oltre alla suprema autorità della Chiesa possono elargire indulgenze solamente quelli cui questa potestà viene riconosciuta dal diritto o è concessa dal Papa.

 

 

Un documento che attesta un’indulgenza, del tempo di Papa Urbano VIII.

 

L’indulgenza non va “pagata”, per ottenerla, per sé o per i propri cari (anche defunti), bisogna confessarsi, partecipare alla Messa, recitare il Credo e debbono essere inoltre osservate le altre disposizioni che sono contenute nelle leggi peculiari della Chiesa come ad esempio compiere opere di pietà, di penitenza e di carità. A ben guardare si tratta, nuovamente, di un dono gratuito della bontà di Dio.

 

Ciò che indispose Martin Lutero fu proprio la vendita dietro compenso in denaro di qualcosa che avviene per bontà divina. Con il mercato delle Indulgenze si finanziavano le crociate o altre iniziative come la costruzione della Basilica di San Pietro. L’Indulgenza si presentava come una vera e propria lettera confessionale che dietro il pagamento di una certa somma di denaro cancellava sia i peccati che le pene indipendentemente dalla fede dell’acquirente e dal suo vero pentimento.

Ancora oggi è richiesto a chi ne beneficia di fare opere di carità, ma verso chi si trova nel bisogno.

 

 

Jeorg Breu il Vecchio, Vendita delle indulgenze.

 

Il Concilio di Trento (1545 – 1563) è uno dei più lunghi e più importanti concili nella storia della Chiesa durante il quale è avvenuta una meditazione attenta sullo stato in cui si trovava la chiesa, un ripensamento profondo che ha provocato una discussione approfondita. Vennero presi in esame molti temi teologici, e presi molti provvedimenti disciplinari. Il Concilio di Trento rinnovò la Chiesa così tanto da parlare di Riforma cattolica. Nel Concilio di Trento si ribadì che i Sacramenti voluti da Gesù sono sette (Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Unzione degli Infermi, Ordine, Matrimonio), che la Sacra Scrittura deve essere letta, studiata e meditata da tutti ma con l’ausilio del Magistero della Chiesa. La Tradizione apostolica cioè gli scritti dei Padri della Chiesa viene riconosciuta di uguale importanza alla Bibbia per la corretta trasmissione della fede. Venne stabilito il Canone dei libri della Bibbia. Si confermò la necessità della fede per la salvezza ma solo se accompagnata dalle opere. (Cfr. Gc 2, 14-26). Venne regolato il culto dei Santi e quello delle Reliquie. Vennero istituiti i Seminari, precisato il ruolo del Papa, dei Vescovi e dei Sacerdoti, diventò obbligatorio per loro risiedere dove operavano pastoralmente, nonché il celibato. Venne proibita la vendita delle cariche ecclesiastiche. Fu definito il contenuto del breviario, del messale e il catechismo. Fu pubblicato l’Indice dei libri proibiti. Nacque anche il tribunale dell’Inquisizione romana voluta da Paolo III nel 1542 con la bolla Licet ab initio, con lo scopo di combattere più efficacemente la Riforma protestante.