Le rivoluzioni
promosse dai cristiani
(per le donne, per il lavoro, contro la
violenza)
La diffusione del cristianesimo e la presenza sempre più
capillare della Chiesa, organizzata in diocesi e parrocchie, non solo contribuì
all'evangelizzazione della gente ma anche portò grandi benefici e
rivoluzioni soprattutto per quei gruppi di persone o per quegli ambienti
dove i diritti e la dignità umana erano quasi inesistenti.
Molte giovani donne cristiane furono determinanti ed
influenti nei secoli di diffusione del cristianesimo tra i pagani, accanto a
vescovi, papi, monaci: sono esempi di donne cristiane libere in nome del
Vangelo.
Riportiamo come esempio la figura di alcune di esse: Genoveffa (V sec), che si consacrò a Dio e
convinse gli abitanti della città di Parigi a non demordere contro gli Unni di
Attila arrivati nel 451, provvedendo lei personalmente a rifornire il popolo
del cibo necessario alla sopravvivenza, compiendo viaggi pericolosi per andare
a cercarlo dai contadini nelle campagne; Clotilde (VI
sec), figlia del burgundo Chilperico, che sposò il re
Merovingio Clodoveo; fu la responsabile della
conversione del marito e di tremila franchi; negli anni della vedovanza si
impegnò nella costruzione di monasteri e chiese; Matilde di Canossa (1046-1115),
la fedele alleata di papa Gregorio VII nella lotta per le investiture
contro il re Enrico IV; Santa Caterina da Siena (1347-1380), che prese a
cuore le sorti della Chiesa: si mise a viaggiare instancabilmente recandosi a
Pisa, Roma, Avignone con l'intento di sottrarre il papato al controllo della
monarchia francese, facendo ritornare la sede del papa a Roma, riportando la
pace e soprattutto l'inizio di un rinnovamento spirituale. Si fece promotrice
di una nuova crociata per la conversione dei Musulmani. Venne canonizzata nel
1461 e dichiarata dottore della Chiesa da papa Paolo VI
nel 1970. Assieme a san Francesco è patrona d'Italia.
Antica miniatura raffigurante Matilde di Canossa.
Barna da Siena, Lo sposalizio mistico di Santa Caterina da Siena, 1340, Museum of Fine Arts, Boston.
Nell'epoca di Carlo Magno fu una donna cristiana a
scrivere il primo trattato di educazione dei figli. I secoli tra l'XI e il XIII portarono grande prestigio alla figura
femminile: finalmente poteva accedere agli studi e poteva scegliere senza
imposizioni il fidanzato con cui sposarsi.
In ambito lavorativo, il cristianesimo diffuse la
concezione dell'uguaglianza tra gli uomini: non più differenze sociali
tra schiavi e liberi, tra ricchi e poveri. I cristiani che occupavano ruoli
sociali decisionali tentarono di eliminare le differenze, magari non sempre con
successo.
La concezione del lavoro cambiò con la diffusione
del motto benedettino “ora et labora”:
il lavoro valorizza la persona e la sua dignità ed è strumento
attraverso il quale si ama Dio e il prossimo (nascono infatti molte opere di
misericordia spirituale e materiale, come le corporazione medioevali delle arti
e dei mestieri per venire incontro ai più bisognosi). Si diffuse sempre più
l'attenzione verso i poveri e le classi sociali meno abbienti.
Un monaco al lavoro per la produzione di birra. La
produzione di birra monastica è un dato caratteristico e inizia con l’epoca
carolingia.
Attenzione alla vita dell'essere umano: vennero
proibite le lotte tra gladiatori, l'infanticidio, il duello giudiziario; venne
pubblicato un codice che modificò le leggi che regolamentavano la vita nelle
prigioni; la guerra doveva essere sospesa in certi periodi dell'anno (in certi
tempi liturgici e nelle grandi feste cristiane): fu istituita la tregua di Dio.