I documenti storici su Gesù

 

 

L'esistenza storica di Gesù trova conferma in documenti cristiani e in documenti non cristiani. Tra questi troviamo fonti pagane (soprattutto scrittori romani) e fonti ebraiche.

Le testimonianze che ci sono giunte provengono da autorevoli rappresentanti della cultura del tempo (I sec. d.C.) che in affrettate affermazioni hanno liquidato l'esistenza storica di Gesù di Nazareth, un galileo condannato al supplizio della croce, nella lontana Palestina. Accenni sbrigativi, perché gli interessi degli scrittori erano ben altri, ma sufficienti a confermare l'esistenza storica di Gesù.

 

Documenti non cristiani (fonti pagane)

Testo

Tacito

(55-120 d.C.)

 

 

Verso il 116 d.C., sotto l'imperatore Traiano, descrive nei suoi Annali la storia degli anni dal 14 al 68 d.C.

Nel brano in cui egli parla dell'incendio di Roma, avvenuto nel 64 d.C. sotto Nerone, parla dei cristiani e delle accuse lanciate contro di loro di aver appiccato il fuoco. Descrive, poi, la crudeltà delle prime persecuzioni scatenate contro i cristiani.

Ma l'oltraggiosa convinzione che l'incendio fosse stato ordinato (dall'imperatore) non cessava né con mezzi umani, né con le elargizioni sovrane, né con i sacrifici espiatori, per cui Nerone, volendo mettere a tacere questa diceria, diede la colpa ad altri e punì con raffinati supplizi coloro che la gente chiamava cristiani e che, a causa delle loro scelleratezze, erano odiati da tutti. Questo nome ha avuto origine da Cristo, che fu condannato a morte sotto il regno di Tiberio dal procuratore Ponzio Pilato.

(Annales XV, 44)

Svetonio

(75-150 d.C.)

 

 

Verso il 115-120 d.C. sotto gli imperatori Traiano e Adriano, compose Le vite dei Cesari (i primi dodici imperatori da Giulio Cesare a Domiziano). Il riferimento a Cristo è contenuto in Vita di Claudio, in cui si accenna all'espulsione dei giudei e dei cristiani da Roma (attestata anche in At 18,2).

Espulse da Roma i giudei i quali, istigati da un certo Cresto, provocavano spesso tumulti.

(Vita Claudii, 25).

 

Che con Cresto ci si riferisca a Cristo risulta dal fatto che era usuale, accanto a Christus, la scrittura Chrestos.

Plinio il Giovane

(62-114 d.C.)

 

 

Verso il 112 d.C., durante il periodo in cui esercitò la funzione di governatore nella Bitinia in Asia Minore, scrisse una lettera all'imperatore Traiano in cui chiedeva istruzioni sul modo di comportarsi nei confronti dei cristiani e nei processi contro di loro.

Non ho partecipato mai a nessuna istruttoria sul conto dei cristiani; pertanto ignoro quali comportamenti, e in quale misura, siano oggetto di punizione e di inchiesta.(...)

Fu presentata una denunzia anonima che conteneva i nomi di molte persone. Ritenni che bisognasse rilasciare coloro che negavano di essere cristiani o di esserlo mai stati. (...) Dichiararono poi che tutta la loro colpa o il loro errore erano consistiti nell'uso di riunirsi in un determinato giorno prima dell'alba, di cantare tra di loro a cori alterni un inno a Cristo, ritenendolo un dio (...). L'affare mi è parso infatti tale da bisognare della tua consultazione, specialmente in considerazione del gran numero delle persone che rischiano l'incriminazione: molte, d'ogni età, di ogni ceto sociale, perfino d'ambo i sessi, sono coinvolte, e ancora lo saranno. Non soltanto nelle città, ma anche nei villaggi e nelle campagne, s'è propagato il contagio di questa superstizione, che però credo si possa arginare e correggere.

(Epistola X, 96)

 

 

Documenti non cristiani

(fonti giudaiche e musulmane)

Testo

Giuseppe Flavio

(37-97 d.C.)

 

 

Verso il 93 d.C. circa compose l'opera Antichità giudaiche in cui narrò la storia del popolo ebreo. Il brano in cui egli parla dell'esistenza e della morte di Cristo prende il nome di Testimonium Flavianum.

A quell'epoca viveva un saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi furono quelli che, tra i giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò a essere crocifisso e a morire. Ma coloro che erano divenuti suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse era il messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie.

(Antichità giudaiche, XVIII, 3).

Talmud

 

 

Commentario alla Mishna (insegnamento di leggi, consuetudini della scuola farisaica, II sec).

Viene tramandato: alla vigilia della pasqua si appese Jeshu. Un banditore per quaranta giorni andò gridando nei suoi confronti: “Egli esce per essere lapidato, perché ha praticato la magia e ha sobillato e deviato Israele. Chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, e lo appesero alla vigilia della pasqua. (R. Penna, L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane, EDB)

Corano

 

 

Testo sacro dei musulmani scritto tra il VI-VII secolo d.C., racconta alcuni episodi della vita di Gesù.

Cristo Gesù, figlio di Maria.

(Sura IV, 171)

Sua madre santa.

(Sura V, 75)

 

Documenti cristiani (non canonici)

Testo

Vangeli Apocrifi

 

 

Scritti che cercano di imitare i libri sacri canonici, ma che non appartengono all'elenco dei libri biblici ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa. Redatti tutti dopo il I secolo d.C., tentano di colmare le presunte lacune dei quattro Vangeli ufficiali, in particolare per il periodo dell'Infanzia e la passione di Gesù. Con il pretesto di esaltare la figura di Gesù, abbondano di miracoli (inventati), di dati storici (non corretti), attribuiscono a Gesù poteri magici.

- Protovangelo di Giacomo

- Vangelo Pseudo Matteo

- Vangelo Pseudo Tommaso

- Vangelo dell'Infanzia Arabo Siriaco

- Vangelo dell'Infanzia Armeno

- Vangelo degli Ebioniti

 

Ebioniti: giudeo-cristiani che identificano Cristo con il Messia, secondo l'attesa giudaica, ma non lo riconoscono come Figlio di Dio.

 

Documenti cristiani (canonici)

Vangelo di Matteo, Marco,

Luca e Giovanni

 

 

Il termine vangelo (o e-vangelo) deriva dal greco eu-anghelion cioè buona notizia. I Vangeli, infatti, sono la buona notizia che Gesù è risorto da morte il terzo giorno dopo essere stato crocifisso.

Non sono una biografia della vita di Gesù: infatti non seguono un preciso ordine cronologico e non parlano di tutta la vita di Gesù.

Sono soprattutto una testimonianza di fede su Gesù morto e risorto che le varie comunità cristiane hanno tramandato e che si basano su avvenimenti realmente accaduti.

La loro composizione scritta è avvenuta a ritroso: risulta infatti che siano stati messi per iscritto dapprima i testi degli ultimi eventi della vita di Gesù (la passione, la morte e la risurrezione) e poi si siano aggiunti gli altri (la predicazione, i miracoli, la nascita e l'infanzia).

 

 

Matteo, Marco, Luca e Giovanni a confronto

 

Le fonti più antiche che fanno riferimento agli evangelisti risalgono a Sant'Ireneo di Lione che nel II secolo così informava su questi personaggi:

 

Così Matteo scrisse nella lingua degli Ebrei il primo vangelo, al tempo in cui Pietro e Paolo evangelizzavano Roma e vi fondarono la Chiesa. Dopo la partenza di questi ultimi, Marco, discepolo e interprete di Pietro, mise per scritto quello che Pietro predicava. Dal canto suo Luca, il compagno di Paolo, consegnava in un libro il vangelo che il suo maestro predicava. Poi Giovanni, il discepolo del Signore, quello che si era addormentato sul suo petto, pubblicò anche lui un vangelo quando si trovava a Efeso in Asia.

(Adversus Haereses, III Preliminare)

 

Si riporta di seguito uno schema riassuntivo delle principali informazioni riguardanti i quattro vangeli canonici e i loro autori.

 

 

Autore

Chi era?

Per chi scrisse?

Quando scrisse?

Simbolo

Capitoli

Caratteristiche Vangelo

 

 

 

Matteo

 

 

Ebreo convertito,

esattore delle tasse e poi

discepolo di Gesù (chiamato anche Levi).

 

 

Per una comunità di ebrei convertiti al cristianesimo.

 

 

 

Verso il

70-80 d.C.

 

 

 

Uomo alato

 

 

 

28

 

Viene dato molto spazio ai discorsi di Gesù che viene presentato come il Messia, il Figlio di Dio, annunciato dall'Antico Testamento.

 

 

Marco

 

 

 

Discepolo di Pietro.

 

Per una comunità di romani convertiti al cristianesimo.

 

 

 

Verso

il 60-70 d.C.

 

 

Leone

 

 

16

 

Viene dato risalto ai fatti concreti, ai miracoli di Gesù per far capire che Gesù è davvero il Figlio di Dio

Usa un linguaggio semplice.

 

 

Luca

 

 

 

 

 

Medico

discepolo di Paolo.

 

 

Per una comunità di greci convertiti.

 

 

Verso il

80-90 d.C.

 

 

 

Bue

 

 

 

24

 

Molti i particolari storici e geografici

Si presenta l'aspetto di Gesù misericordioso, attento ai poveri, ai peccatori., portatore di un messaggio di salvezza per tutti.

 

 

 

 

Giovanni

 

 

Pescatore, fratello di Giacomo,

discepolo più giovane e il "più amato".

 

 

 

Per una comunità di Efeso in Asia Minore

 

 

Verso il

 95-100 d.C.

 

 

 

Aquila

 

 

 

21

 

È il vangelo con più alto contenuto di riflessione teologica. È una lunga meditazione su Gesù che è presentato come la via, la verità e la vita.