Iconografia e martirio

 

 

Le vicende dei martiri cristiani le possiamo trovare negli Atti dei martiri, documenti antichi, in cui sono narrate le loro vicende.

Sono costituiti da tre tipi di testi, differenti per contenuti e anche per attendibilità:

 

·         Acta martyrum (o Gesta martyrum) che sono i verbali dei processi e sentenze scritte dai romani e pertanto attendibili;

·         Passioni (o Martyria) racconti di testimoni che videro il martirio, abbastanza attendibili

·         Leggende: testi tardivi, non attendibili

 

Questi racconti ispirarono l'iconografia cristiana dei primi secoli, a cui si legava venerazione e preghiera da parte dei fedeli. Dai particolari dell'iconografia è possibile riconoscere il martire (tiene in mano la palma) e l'oggetto del suo martirio (strumento di morte).

L'adesione alla nuova fede spesso coinvolgeva tutto il nucleo familiare. Ma si sono anche dati casi in cui gli stessi familiari o aspiranti mariti (pagani) hanno assunto il ruolo di persecutori. Molte furono le giovani donne morte martiri perché rifiutavano qualche pretendente pagano, magari voluto dal padre, desiderando rimanere caste e vergini in nome di Gesù, autonome nelle loro iniziative.

Ricordiamo alcune di queste sante del II-III secolo: Santa Lucia di Siracusa, Santa Apollonia, Santa Barbara e Sant'Agata.

 

 

Santa Lucia di Siracusa (13 dicembre)

 

Di nobile e ricca famiglia cristiana, rifiutò il pretendente Pascazio, proconsole romano, per aver fatto, all'insaputa della madre rimasta vedova, voto di castità.

Famosa è la frase pronunciata davanti al proconsole che minaccia di condurla in una casa di prostituzione: “Il corpo viene contaminato solo se l'anima vi acconsente”. Venne torturata e uccisa con un colpo di spada.

Viene raffigurata con due occhi in mano, perché secondo la leggenda le sarebbero stati strappati gli occhi prima di essere uccisa.

Viene invocata come protettrice della vista e degli oculisti.

 

 

Domenico Beccafumi, Santa Lucia, 1521, Pinacoteca Nazionale, Siena.

 

Santa Apollonia di Alessandria (9 febbraio).

 

Durante un tumulto anticristiano scoppiato in Egitto sotto Filippo l'Arabo (243-249), Apollonia di età avanzata e rimasta vergine per potersi dedicare alle opere di carità, si gettò spontaneamente nel rogo allestito per spaventarla ed indurla a rinnegare la propria fede, dopo essere stata picchiata. Per il fatto che i suoi carnefici l'avessero colpita così pesantemente alle mascelle, tanto da farle uscire tutti i denti, viene raffigurata con una tanaglia in mano e il dente. È invocata contro il mal di denti ed è protettrice dei dentisti.

 

Piero della Francesca, Sant’Apollonia, 1455, Galleria Nazionale dell’Arte, Washington.

 

Santa Barbara di Nicomedia (4 dicembre)

 

Venne rinchiusa dal padre in una torre per preservarne la bellezza e forse l'adesione alla fede cristiana. Secondo la leggenda, Santa Barbara durante la prigionia venne visitata da Gesù e dal Battista, che la battezzò. La fanciulla riuscì a fuggire dalla torre, il padre la scoprì e la consegnò al prefetto della città, perché la punisse. Dopo orribili torture, Barbara venne condannata a morte e fu il padre stesso che la decapitò. Si racconta che all'istante venne subito incenerito da un fulmine. Viene invocata contro i fulmini ed è la protettrice dei Vigili del Fuoco.

 

 

Domenico Ghirlandaio, Santa Barbara schiaccia il padre infedele, 1473, Collezione privata.

 

 

Sant'Agata (5 febbraio)

 

Nata a Catania nel 238, di famiglia cristiana. Fece giovanissima il voto di castità. Attirò le attenzioni del pretore Ponziano che ignorando il voto fatto la chiese in moglie. Sant'Agata cercò di spiegare le motivazioni del rifiuto e rimproverò al governo romano le persecuzioni contro i cristiani. Non contento il pretore si affidò addirittura al presunto potere di filtri d'amore. Il pretore passò dunque alle minacce, alle torture, alle sevizie come l'accanimento contro i seni. Non cedendo, venne fatta rotolare su dei vetri e distesa sui carboni ardenti.

Si racconta che dopo la morte, la città fu colpita da un violento terremoto, dove trovarono morte alcuni parenti stretti del persecutore romano.

Viene invocata contro il tumore al seno, contro il fuoco. È la protettrice delle donne che allattano.

 

Francisco de Zurbaran, Sant’Agata, 1630, Museo Fabre, Montpellier.