Tutti i testi biblici hanno avuto
diversi stadi di formazione:
·
avvenimento;
·
memoria e tradizione orale dell’avvenimento (dal II millennio
a.C.);
·
interpretazione e vita della
comunità circa
l’avvenimento;
·
prime fonti scritte dell’avvenimento (dall’XI sec. a.C.): su pietra, su tavolette d’argilla, su fogli
di papiro, su pergamene di origine animale;
·
redazione scritta dell’avvenimento (dalla metà del IV
sec. a.C. al I sec. d.C.): dopo un lavoro di ricerca e selezione, l’autore struttura
tutte queste fonti facendone risultare un insieme nuovo.
Al di là di questo percorso che ti fa
scoprire l’origine “redazionale” della Bibbia, è però più importante sapere che
la vera scintilla iniziale di questi libri è costituita dalle esperienze che il popolo di Israele e la
comunità dei primi seguaci di Gesù hanno fatto, esperienze che hanno lasciato
un segno profondo e travolgente (l’esodo dall’Egitto, la conquista della
Palestina, la vita di Gesù, la predicazione degli apostoli,…) perché esperienze dell’amore di Dio.
Quando fai un’esperienza intrisa
d’amore, questa ti cambia la vita, non puoi tacerla; così è stato per quelle persone che hanno narrato
quegli eventi dapprima oralmente, poi in varie forme scritte.
E di generazione in generazione,
nell’arco di più di un millennio, quelle esperienze sotto forma di parola sono
entrate nella tradizione dei credenti, maturando lentamente fino ad arrivare ai
testi che leggiamo noi oggi, alla loro redazione finale.