I generi letterari e gli ambiti tematici nella Bibbia

 

 

Nell’Antico Testamento i generi letterari sono molteplici. Si possono trovare:

     poesie popolari (canti d’amore, di vittoria);

     prose ufficiali (patti, leggi, istruzioni, esortazioni, cataloghi, lettere);

     narrazioni (fiabe, miti, saghe, memorie, autobiografie);

     testi profetici (oracoli, visioni, sogni);

     scritti sapienziali (proverbi, sentenze, aforismi).

 

Quanto al Nuovo Testamento, troviamo:

     nei Vangeli detti profetici e sapienziali, parabole, dispute, sentenze, racconti di miracoli, storie della passione;

     nelle Lettere inni, confessioni di fede, cataloghi di vizi e virtù, precetti per la famiglia, formule di fede;

     negli Atti discorsi, preghiere, lettere, racconti di missione, racconti di viaggi.

 

Un rabbi (maestro) racconta a una scolaresca una delle storie degli antichi patriarchi biblici. Anche per gli ebrei di oggi la trasmissione orale dei testi sacri è importante nei contesti educativi e familiari.

 

Le scritture “familiari” e “storiche”

 

Gli usi e i costumi della vita familiare, quotidiana, delle tribù o delle comunità, sono alla base di molti testi biblici dell’Antico Testamento, e ripropongono quindi espressioni tipiche della comunicazione orale e familiare. Fanno parte delle epopee e delle leggende quelle narrazioni che riguardano personaggi illustri del passato tramandate nel corso delle generazioni. In questo modo si sono formati i racconti sui patriarchi: a partire da una base storica accertata o presupposta, gli episodi della storia di una comunità si sono arricchiti di dettagli e di un significato simbolico che li ha resi esemplari, facendo sì che gli ascoltatori percepissero in essi non più un fatto umano, ma la volontà di Dio che conduce alla salvezza.

 

Christiaen van Couwenbergh, La cattura di Sansone, 1630, Dordrechts Museum, Dordrecht.

 

L’ambito giuridico e delle istituzioni civili

 

Norme, regole, pene e sanzioni sono ciò che da sempre aiuta ogni comunità a mantenere ordine e sicurezza al proprio interno per avere coesione e unità in caso di attacco da un nemico esterno. Tutto questo caratterizza anche la comunità stessa, le dà una specifica identità, e mantiene vivo il dibattito fra i suoi componenti. Il Levitico e il libro dei Numeri, per esempio, contengono parecchi passi che ci consentono di comprendere quali fossero le leggi e come venisse amministrata la giustizia Quando incontriamo liste di funzionari, genealogie, elenchi riguardanti i possedimenti territoriali da parte delle diverse tribù, ci chiediamo quale importanza possano avere testi di questo tipo. In realtà tali forme letterarie anticamente erano piuttosto diffuse: pensiamo agli Annales dove venivano riportati in modo scarno e consequenziale gli eventi più importanti che di giorno in giorno accadevano in una comunità o ai sovrani. Tutto serve a creare radici, legami, fra passato e presente, a legittimare la propria discendenza, l’appartenenza a un popolo, nell’ottica non di una storia qualunque ma della storia della salvezza, che in Dio inizia e ha compimento.

 

Proclamazione del Giubileo, così come descritta nel libro del Deuteronomio.

 

La sfera del culto

 

Molti sono i brani che spiegano tradizioni e riti, perché in Israele la dimensione religiosa era essenziale nella vita della società. Spesso si creavano racconti che legittimassero l’esistenza di luoghi sacri e ne spiegassero l’antica origine.

 

La letteratura sapienziale

 

La letteratura definita “sapienziale” si è sviluppata in Medio oriente fin dal II millennio a.C. La sua caratteristica fondamentale è di essere profondamente “concreta”, legata all’esperienza quotidiana; si può dire che il suo scopo fosse essenzialmente didattico, soprattutto nell’ambito delle corti regali, dove era necessario formare dei funzionari esperti ed accorti. Successivamente la riflessione sapienziale si è concentrata più specificatamente sul problema della finitezza umana, del dolore e della sofferenza. All’interno del filone sapienziale sembra opportuno inserire anche la parabola: essa è un racconto con scopo didattico che prende spunto da un fatto concreto dell’esperienza quotidiana per significare una verità più grande, che sarebbe troppo difficile comprendere in astratto. Parleremo più approfonditamente di questo argomento quando tratteremo i Vangeli del Nuovo Testamento.

 

Taddeo Crivelli, pagina d’apertura del libro di Qoelet della Bibbia di Borso d’Este, 1455-61, Biblioteca Estense, Modena.

 

La letteratura profetica

 

Il profeta (dal greco pro-phémi = parlare davanti) è un uomo che parla davanti o al posto di Dio; è la voce del Dio d’Israele che non abbandona mai il suo popolo e dialoga con lui esortandolo al cambiamento. Egli conosce bene il tempo e la società in cui vive, così bene da riuscire a vederne le contraddizioni e i comportamenti negativi che allontanano gli uomini dalla legge divina. La sua parola è diretta al presente perché scaturisce dalla situazione contingente, ma fa riferimento al futuro per ricordare a tutti le promesse fatte da Dio. Una serie di formule stereotipate costituiscono il cosiddetto vocabolario di missione: «la parola del Signore fu sopra (il tale profeta)...»; «così dice il Signore»; «oracolo del Signore»: tali espressioni sottolineano che il profeta è il messaggero del Signore, di cui porta la parola, talvolta di salvezza, talvolta di rimprovero.

 

Presso Har Shmuel, a nordest di Gerusalemme, è situata la tomba nella quale, secondo la tradizione, riposa il profeta Samuele.

 

L’apocalittica

 

La letteratura apocalittica (dal greco apokalypsis = rivelazione), derivata probabilmente dal filone profetico, è una forma letteraria tipica di un periodo di crisi. Il libro di Daniele nasce ad esempio in seguito alla persecuzione di Antioco IV e alle lotte dei Maccabei. Caratteristiche importanti sono il simbolismo (numeri, colori, rappresentazioni mitologiche) e la visione della storia e del mondo fondamentalmente pessimiste: ci si attende un intervento risolutore di Dio che segnerà la fine del mondo malvagio e la nascita di un mondo nuovo.

 

Giambattista Tiepolo, Immacolata Concezione, 1767, Museo del Prado, Madrid. Spesso la Madonna è raffigurata secondo la descrizione apocalittica della “donna vestita di sole”presente nel secondo capitolo dell’Apocalisse.