La visione ebraica del cosmo

 

La prima teoria cosmologica del mondo ebraico antico si fondava sull'assunzione che la Terra fosse piatta e poggiasse su colonne.

 

Questa convinzione, assodata  probabilmente già nel 4000 a.C., era formulata sulla base di dati empirici raccolti durante semplici osservazioni del cielo. Osserva l’immagine qui sotto, che hai a disposizione anche in versione digitale interattiva:

 

Se comprendi bene questa concezione, non ti sembreranno più incomprensibili passi della Bibbia come il versetto 4 del Salmo 148: «Lodatelo, cieli dei cieli, e voi acque al di sopra dei cieli!».

Ti potrai però fare tante domande che scaturiscono dalle nostre conoscenze scientifiche di millenni dopo, come ad esempio: ma queste colonne su cui poggia la Terra a loro volta dove poggiano? L’ebreo antico ti risponderebbe che sono fondate su di un ipotetico abisso (in ebraico tehom), riempito dalle "acque inferiori".

La Terra è sormontata infatti da un “firmamento” che consiste in una vera e propria calotta di vetro trasparente, che di giorno appare azzurro proprio perché al di sopra di esso si trovano altre acque, le "acque superiori" appunto.

Sopra di esse vi sono altri cieli, i cosiddetti "cieli dei cieli", nei quali ha sede Dio.

Considerando tutto questo si capisce perché, nel secondo giorno della creazione, Dio separa "le acque inferiori dalle superiori”: tutto il mondo in cui viviamo e avvolto dall’acqua, quella stessa sulla quale “aleggia” lo Spirito di Dio l’istante prima della creazione.