I miti cosmogonici
Il
mito è un racconto che ha per protagonisti divinità ed eroi e serve a dare
ragione di fatti o fenomeni che l’uomo non saprebbe spiegarsi altrimenti. È un
modo raffinato per rispondere alle domande di senso.
Ci
sono alcuni miti che nonostante siano nati in luoghi lontanissimi hanno
elementi comuni: ad esempio l’uomo costruito con la terra è un dato che si
ritrova in tutto il mondo!
Si
riportano alcuni miti sull'origine del mondo (descrizioni dette cosmogonie, tramandate
dalle culture antiche): mito degli Indiani d'America Yakima,
mito del popolo finlandese, mito degli Ioruba
dell'Africa.
Mosaico
del Mitreo di Felicissimus
ad Ostia Antica raffigurante armi e strumenti musicali.
Il
mito del dio Mitra costituisce una cosmogonia, in quanto dall’uccisione del
toro, avvenuta per sua mano, ebbe vita ogni essere vivente.
Mito dei Finlandesi Europa del Nord |
Mito degli Indiani Yakima America del Nord |
Mito del popolo africano degli Ioruba |
Un
tempo, l’unica creatura esistente era Luonnotar, la
bella figlia dell’aria. Un giorno si tuffò nell’acqua facendosi trasportare
dalla corrente. Arrivò
in volo un’anatra, Luonnotar la vide e per aiutarla
sollevò un ginocchio fuori dell’acqua. L’anatra credette che quella sporgenza
fosse un’isoletta, vi si pose e preparò il nido. Vi depose sei uova d’oro e
uno di ferro, poi cominciò a covarle. Luonnotar
sentiva un calore sempre più forte al ginocchio, ma non si mosse per lasciare
che l’uccello covasse le uova. Ma al terzo giorno non ce la fece più e diede
uno scossone al ginocchio. Le uova caddero in mare e si ruppero.
Improvvisamente metà guscio diventò terra e l’altra metà diventò cielo, il
giallo dell’uovo fu il sole, il bianco fu la luna e i pezzettini più piccoli
delle uova di ferro furono nuvole. Lunnotar si sollevò e
diede inizio alla creazione. Dove tirava con le mani sorgevano le colline e
le montagne. Dove i suoi piedi schiacciavano il terreno, si formavano valli e
abissi marini. Poi Lunnotar si distese sulla terra
e con le braccia formò le pianure. Tornò nel mare e nuotando sul dorso lasciò
cadere pezzi di terra che formarono le isole. Così nacque tutto il mondo. |
Agli
inizi del mondo c'era solo acqua. Whee-me-me-owan,
il Grande Capo Lassù, viveva su nel cielo tutto solo. Quando decise di fare
il mondo, venne giù in luoghi dove l'acqua è poco profonda e cominciò a tirar
su grandi manciate di fango, che divennero la terraferma. Fece
un mucchio di fango altissimo che, per il gelo, divenne duro e si trasformò
in montagne. Quando cadde la pioggia, questa si trasformò in ghiaccio e neve
sulla cima delle montagne. Un po' di quel fango indurì e divenne roccia. Il
Grande Capo Lassù fece crescere gli alberi sulla terra, ed anche radici e
bacche. Con
una palla di fango fece un uomo e gli disse di prendere i pesci nell'acqua, i
daini e l'altra selvaggina nelle foreste. Ma
l'uomo era solo, non aveva nessuno di simile a sé e divenne presto molto
malinconico. Allora il Grande Capo Lassù fece una donna affinché fosse la sua
compagna e le insegnò a preparare le pelli, a lavorare cortecce e radici e a
fare cesti con quelle. Le insegnò quali bacche usare per cibo e come
raccoglierle e seccarle. Le insegnò come cucinare il salmone e la cacciagione
che l'uomo portava. |
Da
principio, prima che esistesse quanto vediamo, non c’era terra. C’era
soltanto il mare, una massa d’acqua che di sotto si stendeva all’infinito. Il
dio del mare si chiamava Olokun ed era anche il dio
della pazienza, della meditazione e dell’osservazione. Sopra
questo mare immenso c’era Olorun, il dio del cielo,
della pace e della purezza. Olorun e Olokun erano della stessa età ed erano i padroni del
mondo. Olorun chiamò il figlio
Odudua, primo re della popolazione Ipruba, e gli disse: “Va’, figlio mio, prendi del
terriccio, il pollo dalle cinque dita e forma la terra sul mare!”. Odudua andò, prese il
terriccio, discese dal cielo e lo pose
sul mare, mettendoci sopra il pollo dalle cinque dita. Il pollo si mise a
razzolare e distese la sabbia spingendo da parte l’acqua. Si formarono le
montagne, le colline, i boschi, i prati con alberi e fiori di ogni specie. Il
luogo esatto dove avvenne tutto questo è la città santa di Ite. Conclusa
la sua missione, Odudua chiamò in cielo il pollo
dalle cinque dita che aveva separato l’acqia dalle
terre asciutte. Dai granelli di terriccio caduti a terra dalle sue dita
nacquero gli animali e gli uomini. |
Dopo aver analizzato in modo sinottico i tre miti sull'origine
del mondo individua le strutture comuni.
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Mito
dei Finlandesi |
Mito
degli Yakima |
Mito
degli Ioruba |
In
principio chi,
che cosa c'è? |
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Chi
compare poi? |
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Che
cosa avviene? |
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