UNA GIORNATA A NAZARETH
È
l’alba. La luce entra da una piccola finestra
di
una casetta bassa e bianca, simile a tante altre.
Un
bambino dorme sulla sua stuoia.
La
mamma si avvicina, dolcemente gli dà un bacio,
poi
gli dice: «Svegliati, Gesù, è iniziato un nuovo giorno che il Signore ci
dona!».
Insieme recitano una breve preghiera: «II Signore è mia luce e mia salvezza!»
Gesù si alza, fa colazione con un po' di latte e pane, seduto su una stuoia
davanti alla casa.
Maria
ha già impastato la farina, macinata il giorno prima, per fare il pane per la
giornata.
Mentre mangia, Gesù sente dietro casa Giuseppe che lavora: sega, batte i
chiodi, pialla.
Qualche volta lo aiuta e impara a fare il falegname perché,
come
fanno tutti, i figli dovranno svolgere il mestiere dei genitori.
Ora
arriva Giuseppe, saluta affettuosamente Gesù e Maria,
poi
va al catino per lavarsi prima i iniziare la preghiera mattutina.
L'acqua
l'ha presa Maria al pozzo, infatti è compito delle donne
pensare
all'acqua necessaria per la famiglia, per cucinare, per i lavori di casa e per
lavarsi.
Giuseppe, Maria e Gesù recitano assieme la preghiera del mattino e,
come
tutti gli ebrei, stanno in piedi, con il capo coperto e rivolti verso la città
santa, Gerusalemme.
Giuseppe dice: «Ascolta, Israele, il Signore è l’unico Dio.
Tu
amerai il Signore con tutto il cuore con tutta l'anima con tutte le forze.»
Gesù
non capisce bene tutte le parole della preghiera perché è ancora un bambino,
ma
sa che pregare Dio è importante, perché è uno dei modi per dirgli che gli si
vuole bene.
Finita
la preghiera insieme, ognuno ha cose diverse da fare.
Maria
deve mettere a posto la casa, accudire i piccoli animali domestici,
cucinare,
andare al mercato a comprare o scambiare quello che ha
con
quanto le serve e se rimane del tempo, mettersi al telaio:
Gesù
cresce in fretta e presto avrà bisogno di una tunica nuova.
Giuseppe
ha molto lavoro: come falegname costruisce tante cose di legno:
gli
attrezzi per l'agricoltore, le ruote per i carri, le barche, le porte,
i
mobili per le case e i giocattoli per i bambini.
Gesù
indossa i sandali, prende la tavoletta spalmata di cera
che
gli servirà da quaderno e corre in strada.
Deve
raggiungere la scuola del paese insieme agli altri bambini maschi come lui,
che
saluta dicendo shalom, che significa pace.
Le
bambine stanno in casa per aiutare le loro madri
e
per imparare quello che da grandi dovranno fare quando avranno una loro
famiglia.
A
scuola, il maestro (rabbi) insegna a
leggere, a scrivere, a contare,
racconta
le meraviglie che ha compiuto Dio e le storie
dei
personaggi famosi del loro popolo, scritte nella Bibbia.
Oggi
è venerdì, stasera Maria preparerà forse una bella zuppa con dei legumi,
forse
ci sarà anche del pesce, o del formaggio o un uovo, sicuramente del pane e
della frutta.
Domani, come tutti i sabati, Giuseppe, Maria e Gesù andranno alla sinagoga
per
ascoltare le letture della Bibbia, la spiegazione del rabbino e per pregare.
Solo
Giuseppe però potrà entrare nella sala principale riservata agli uomini.
A Gesù piace il sabato: in questo giorno di festa nessuno lavora,
si
può stare insieme a casa e c’è anche più tempo per giocare in strada con gli
amici.
Gesù non ha tanti giocattoli, ma può correre con i compagni,
insieme
possono mimare la vita degli adulti,
suonare
qualche piccolo strumento o usare la trottala, dadi,
le
biglie o una palla di pezza. Gesù pensa: «La vita è un bellissimo dono di Dio!»
(da "La vita scolastica", n. 8-2002)